mercoledì 13 ottobre 2010

- Be’, Morana: questa è la volta di far vedere come si compie il proprio dovere.
Senza lasciare con gli occhi gli occhi del superiore, il soldato rispose:
- Signor tenente, io non ci vado.
Alla prima, Alfani credette d’aver frainteso.
- Cos’hai detto?
Livido, Morana rispose, più forte:
- Signor tenente, io non ci vado.
Invaso da un immenso stupore, l’ufficiale volse lo sguardo agli astanti.
Taciti immobili agghiacciati, evitavano tutti di guardare il loro comandante, evitavano di guardarsi tra loro. L’orrore di ciò che avevano visto era superato dal terrore di ciò che udivano, da quel rifiuto d’obbedienza freddo, risoluto, premeditato.
[F. De Roberto, La paura, Edizioni e/o 1995]

In guerra, in pace, al lavoro, in famiglia: un giorno vorrei contarle tutte, le volte in cui le storie e le vite si sono decise con un rifiuto consapevole.
Cioè con l’affermazione della propria intelligenza (che diventa, tra l’altro, prova di lungimirante bontà...).

domenica 3 ottobre 2010

Spulciare la verdura

Bisognava sbrogliare, tagliare le nuvole a pezzetti, mettere ciascun filamento in un pozzetto, su una piastra. Invece di mescolare tutto alla rinfusa in un’enorme valigia impossibile da portare. Avrebbe affrontato gli ostacoli come aveva imparato lì, spalando le nuvole.
[Fred Vargas, Sotto i venti di nettuno, Einaudi 2005]

“Ti voglio un sacco di bene, ho un sacco di voglia di vederti, mi hai fatto un sacco di male”, si dice a volte. Come se fosse necessario ammucchiare per essere creduti.
Forse abbiamo imparato dal cielo che accumula nuvole per essere del tutto vero o dalla sabbia che non farebbe paura a nessuno con un granello qua e un granello là o dal mare che nessuno immagina singolare.
E anche una pagina trova senso in un libro e i chicchi diventano risotto e un chilo di zucchero è solo una somma, dolce ma una somma.
E poi ci diciamo spaventati dai problemi della vita, come se la vita stessa da sola non bastasse ad atterrire. Quando accade, possiamo sperare di uscirne solo spalando le foglie, toglierle una dopo l’altra dal mucchio che sono diventate, cadute da sole e morte insieme sul ciglio dei nostri pensieri.