domenica 16 gennaio 2011

Pazienza

La caratteristica principale della nostra esistenza è la suspense. Nessuno – assolutamente nessuno – può sapere come andrà a finire.
[S. Bellow, Quello col piede in bocca e altri racconti, Mondadori 1984]


Forse il destino lo leggiamo solo dopo. E solo allora, quella che crediamo la nostra storia diventa tale.
Prima invece confondiamo la vita con la storia, come se fossero sinonimi, come se quello che facciamo avesse davvero un inizio (nasciamo), uno sviluppo (cresciamo e dintorni), e una fine (moriamo). Come in un film o in un libro (meglio dire come nel più banale dei compiti che a scuola ci hanno sempre assegnato).
Sarebbe più intelligente pensare che siamo un po’ più piccoli, un po’ meno di una storia, solo lettere dell’alfabeto.
Perché, sì, iniziamo e finiamo, questo è certo, ma per il resto... chissà in quale capitolo siamo protagonisti e in quale comprimari. 
Da vicino, tutti si vedono solo stampati maiuscoli e maiuscolamente vivono.
Incontri, amori, amicizie, dolori, gioie saranno stati punti, virgole, esclamazioni o spazi bianchi?
Varrebbe la pena di pazientare un po’, tanto poi finisce e allora scopriamo che solo imparando a leggere anche il corsivo minuscolo siamo stati un po’ vittime e un po’ assassini.

sabato 1 gennaio 2011

La mia bambina

La mia bambina

è un anno bisestile

La mia bambina

è un fiume carsico

La mia bambina

è la radice di un platano

La mia bambina

è la sirena di un’ambulanza

La mia bambina

è il giorno della vigilia, mai la festa

La mia bambina

è l’ingrediente, non il piatto

La mia bambina

è nata nel secolo scorso, quindi è vecchia

La mia bambina

è l’amante e non la moglie

La mia bambina

è la luce lampeggiante di un faro

La mia bambina

è l’alba, mai il giorno

La mia bambina

è una betulla al mare

La mia bambina

è un quaderno bianco

La mia bambina

è un gelato d’inverno

La mia bambina

è un gatto che ama il rosso

La mia bambina

è un armadio piccolo, per una sola stagione

La mia bambina

è non potere dire mai “vorrei”.

La mia bambina

non è mia.