domenica 29 gennaio 2012

Altrove

C’è insomma chi privilegia l’attenzione per ogni attimo vissuto e chi non se ne preoccupa, più intento al raggiungimento di uno scopo. Si tratta di due stili filosofici diversi, già precoci, che siglano l’origine del temperamento contemplativo che potrà prevalere in noi o, viceversa, della vocazione indomita, pratica, concitata che ci caratterizzerà.
[Duccio Demetrio, Filosofia del camminare, Raffaello Cortina 2005]

Il ragazzino seduto accanto si distrae con il suo iPhone in un luogo e in un momento che non ammetterebbero distrazioni. Un corpicino lungo dieci anni e un oggetto lieve come il mondo legati indissolubilmente contro l’assedio della noia da obbligo.

L’istinto alla censura è sopraffatto dalla tenerezza e dalla pena che sia necessaria un’appendice di sé per dare aria ai pensieri, che la propria immaginazione non sia sufficiente per immaginare la libertà.

Suo padre, lì accanto, è più fortunato, i sogni coltivati fissando il soffitto o la punta delle scarpe l’hanno allenato alla distrazione silenziosa e socialmente trasparente. 
Il desiderio di fuga si può ereditare ma l’esercizio di se stessi altrove un po’ meno.

domenica 22 gennaio 2012

A margine

Non avverto nessuna parentela con chi in treno, invece di aver l’occhio al paesaggio, non importa se visto le mille volte, lo tiene su un libro, sia pure la Commedia. 
[Camillo Sbarbaro, Fuochi fatui, in L'opera in versi e in prosa, Garzanti 1985]

Lo sgomento dei militanti di partito, le bandiere ammainate sulle spalle, davanti al numero inverosimile di stranieri sullo stesso marciapiede, in un’attesa comune.

Le chiacchiere inessenziali alla vita (e alla loro giovinezza) di due donne perbene.

Una signora sopravvissuta al passato, quando indossare gli stivali era volgare.

Due ragazzi poco educati, non importa se innamorati.

La differenza dolorosa (nei giubbotti e nelle unghie) tra la gente del centro e quella di periferia.

L’uguaglianza concreta tra i poveri (italiani e stranieri).

Il piede nudo e storpio (per quale male?) del suonatore di fisarmonica in cerca di denaro.

Le borse trattenute con le mani dalle donne e le mani dietro la schiena degli uomini.

Il rapporto numerico tra capelli tinti e naturali.

Le storie che i trentadue passeggeri seduti e i ventisette in piedi nascondono sotto i vestiti.

...che poi le giornate si ricordano per come sono rifinite negli orli.

lunedì 16 gennaio 2012

Gemelli eterozigoti

Se non guarda il vuoto al posto della sua gamba, se non ne verifica l’assenza, niente glielo ricorda. [...] bisognerà correggere il programma, passare dalla modalità normale alla modalità “mutilato”.
[E. Carrère, Vite che non sono la mia, Einaudi 2011]

Con il nuovo anno gennaio è arrivato puntuale, freddo e lungo come di consueto, ma non troppo dissimile, a pensarci bene, dal suo gemello dicembre, lungo uguale, freddo sempre e altrettanto puntuale.

L’unica differenza un soffio chiamato anno.

E così restiamo a volte attoniti dalla diversità che li separa, quei due mesi gemelli in tutto, tranne che nell’origine prima, l’anno di nascita, quella che basta a farci dire che appunto un anno prima attendevamo una festa, eravamo felici (o incoscienti), credevamo agli oroscopi.
Come a dire che oggi è gemello di ieri in tutto tranne che nella consapevolezza di dover correggere il programma.

domenica 8 gennaio 2012

Cortesie per gli ospiti

L’uovo è oggi il nutrimento più a buon mercato. Ha la proprietà di essere maschile al singolare e femminile al plurale. Al venditore di uova potrei chiedere: “Mi dia il primo di quelle due uova”. Se poi volessi sapere il grado di freschezza delle uova, lo stesso venditore mi indicherebbe tre cartelli: “fresche”, “freschissime”, “da bere”; da cui risulta che le uova fresche sono le meno fresche.
[A. Buzzi, L’uovo alla kok, Adelphi 2002]

Si frequentano, per lavoro, piacere e caso, molte persone, anch’esse maschili e femminili, ma se volessi sapere il loro grado di vicinanza mi verrebbe risposto che si dividono in “parenti”, “amici”, “il prossimo”. Dal che si deduce che i parenti sono i meno prossimi.

domenica 1 gennaio 2012

Dies natalis

Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadab [...]. Davide generò Salomone [...]. Dopo la deportazione in Babilonia Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo.
[Matteo, 1,1-16]


Vorrei.
Che fossimo cauti e attenti, anche devoti un poco verso questo giorno natale che arriva, con tutti noi o senza alcuni di noi, ogni gennaio.

Che lo tenessimo un po’ in braccio, prima di lasciarlo scivolare nei giorni successivi.

Che rispettassimo le sue poche ore prima di caricarlo delle nostre speranze, troppo pesanti per un tempo così giovane.

Che ricordassimo che l’oggi natale sarà presente anche nei giorni di marzo o di maggio, quando tira il vento dei pensieri o il sole comincia a bruciarli.

Che la festa per l’oggi bambino non si consumasse stancamente fino a che noi invitati dimentichiamo il motivo della festa.

Che non ignorassimo mai che dal giorno natale festeggiato seguono anche i giorni che ci tolgono il respiro, perché i giorni non sono tutti uguali, come i baci e i dolori.

Che il sorriso natale di oggi diventasse naturale domani.