Gli amici senza
dubbio si muovono, seguono la loro via, si rendono ridicoli, sbagliano, perdono
pezzi, spariscono per lunghi periodi; ma per me, ai miei occhi, la vera essenza
è l’immutabilità, una sorta di persistenza naturale come di albero, di isola o di
tempio greco, se vogliamo. Non è questione di lealtà, fedeltà, confidenza,
affinità o altro. Stanno sempre lì, ci sono comunque, li ritrovi anche al buio.
[...] sull’amicizia sono stati scritti saggi e trattati importanti ma io non me
la sento di andare più in là di una similitudine, diciamo frugale: entri nella
vecchia casa, cerchi istintivamente l’interruttore a destra della porta, premi,
e la luce si accende, l’impianto funziona ancora [...].
[Carlo Fruttero, Mutandine di chiffon, Mondadori 2010]
Ai lati di una porta, ai margini di una strada, nel non
detto della storia c’è posto (quasi e solo) per le chiacchiere inessenziali allo
svolgersi del grande evento della vita, per l’erba infestante senza la quale
non riconosceremmo la strada di casa, per i quadri che hanno anticipato il
mondo che avremmo visto (forse e dopo).