- Be’, Morana: questa è la volta di far vedere come si compie il proprio dovere.
Senza lasciare con gli occhi gli occhi del superiore, il soldato rispose:
- Signor tenente, io non ci vado.
Alla prima, Alfani credette d’aver frainteso.
- Cos’hai detto?
Livido, Morana rispose, più forte:
- Signor tenente, io non ci vado.
Invaso da un immenso stupore, l’ufficiale volse lo sguardo agli astanti.
Taciti immobili agghiacciati, evitavano tutti di guardare il loro comandante, evitavano di guardarsi tra loro. L’orrore di ciò che avevano visto era superato dal terrore di ciò che udivano, da quel rifiuto d’obbedienza freddo, risoluto, premeditato.
[F. De Roberto, La paura, Edizioni e/o 1995]
In guerra, in pace, al lavoro, in famiglia: un giorno vorrei contarle tutte, le volte in cui le storie e le vite si sono decise con un rifiuto consapevole.
Cioè con l’affermazione della propria intelligenza (che diventa, tra l’altro, prova di lungimirante bontà...).