domenica 23 settembre 2012

Per una memoria dei piaceri (della navigazione)


Il tempo sospeso.
Leggere e non provare sensi di colpa.
La capacità dei non luoghi di fare nazione senza punti cardinali.
La voglia di giocare di un padre.
La consapevolezza del tempo-viaggio (quasi pari a quella del tempo-torta, più grande di quella del tempo-vita).
Sentire la fiducia di chi mi dorme addosso.
La presenza di dieci libri nella sala del ponte sei.
L’emozione dei cani (ma loro non la chiamerebbero così).
Le affinità elettive del ragazzo con la maglia gialla.
La pace del vento sul ponte otto.

domenica 9 settembre 2012

Arcobaleno


E in quel momento Jane Houlton era felice davvero. Mentre si muoveva appena dentro il suo bel cappotto nero, pensava che dopotutto la vita fosse un dono, che uno dei pregi dell’invecchiare fosse la consapevolezza che molti momenti non erano solo momenti, ma doni.
[Elizabeth Strout, Olive Kitteridge, Fazi editore 2009]

“E’ un bellissimo color fango, mi creda: assolutamente portabile”, mi suggeriva (o forse suggestionava) la commessa prendendo la borsa che le avevo indicato in vetrina.
Poco prima l’avevo vista esposta: geometrica, elegante, funzionale. Di un colore... grigio-verde, avrebbe detto mia nonna, come gli occhi dello zio Giuseppe (la nonna non mancava mai di associare l’inusuale al quotidiano, per non perdere in nessuna  occasione il senso della misura, credo). Questo, però, non l’ho detto (bisogna andarci piano con i colori e con i parenti).
E la signora se ne esce con questa affermazione, che il colore del fango è bellissimo e si abbina con tutto.
Come bellissimo? Quando per caso sprofondi in una pozzanghera non pensi certo che il colore del fango è adatto a ciò che indossi e tanto meno lo consideri accattivante come un accessorio alla moda. Mi viene il dubbio che anche la materia (e la pazienza delle madri di figli maschi, di solito professionalmente infangati) si sia arresa al mercato.
Dopo avere imparato la lezione delle magliette limone, delle calze antracite (e, come nipote di carbonaio, ammetto di esserne un po’ inorgoglita) e dei pantaloni mirtillo, ho acquistato la sicurezza necessaria per sfidare la richiesta di una cintura (marrone) che ho definito castagna.
“Vuole quella? Quella moka, giusto?”, mi ha chiesto con sorpresa la giovane esperta di cromarketing.
“Sì, certo quella”, mi sono subito corretta, maledicendo la mia colpevole intolleranza al caffè.
Giuro che gli anni che mi restano li impiego meglio e studio la questione: non sia mai che qualcuno mi dica che stiamo attraversando uno splendido periodo cantina e io non capisca che è solo un momento nerissimo.