Nessun maggior dolore/che ricordarsi del tempo felice/ne la miseria, si potrebbe dire oggi tutti noi.
Una riflessione frequente negli ultimi tempi in Europa,
un pensiero quotidiano in moltissimi Paesi, dei quali siamo troppo spesso
dimentichi.
Ciò che ancora una volta sorprende, però, è il fatto che
la sintesi di quel tempo che siamo abituati a chiamare vita spesso sta alla
fine tutta e solo lì, nelle pieghe dei giorni, nella spesa fatta l’ultima
mattina, nell’appuntamento rimandato, nella scelta di andare a dormire senza
fare pace, nel biberon preparato o dimenticato, nel pigiama vecchio
che-poi-a-fine-stagione-lo-butto, nei piatti lasciati in ammollo, nei baci
scambiati per una buona notte e che nessuna ruspa troverà.
Dettagli.
Tutti uguali e tutti diversi, che fanno del tempo, appunto, la (nostra) vita.
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