domenica 31 gennaio 2016

Family night


Sottovoce mi dici
che non capisci più nulla di loro,
ma non si hanno scarpe adatte per altrui sentieri,
vorrei dirti.

Anch’io non capivo i giardini d’inverno, piccola mia.
Fino alla luce nuova,
restano dove sono
i rami svestiti dal freddo,
come sedie abbandonate in una sala da ballo.

Dalla prima fuga del verde,
avrei accorciato
i legni senza più storie da raccontare.

Ma poi, bambina,
ho pensato a te, mia foglietta nuova oggi,
pronta a volare
e so che vorresti trovarmi anche domani
dopo il ballo, sedia vuota solo per te.

Non è dato capirli i rami, da foglia,
basta  perdonare che ti lascino andare.




domenica 17 gennaio 2016

Alzarsi presto la mattina


Per guardare le gente camminare
nello spazio che si chiama strada,
non lavoro né casa, ancora e non più.

Come prosa veloce
viaggia la signora della spesa e della chiesa.
Un passo dopo l’altro
stretta alla borsa e alla vita
tra la meta e il respiro.

Lupo di città ti avvicini
al domani,
acerbo di anni ma non di poesia.
Al freddo dei pensieri
apri la porta della giacca,  
e fumi.
Non c’è cappotto che ti contenga e scaldi,
adolescenza.


domenica 10 gennaio 2016

Variabilità leggera


I sassi non cambiano nome,
non studiano e non si sposano.

I fiori sono fiori e non dottori
e le lumache non son gazzelle mai.

Poi c’è chi era bambino ed è cresciuto,
ma i nomi non sono premi.

La nonna mi voleva a scuola
dove lo studio regala nomi.