lunedì 5 marzo 2012

Unità di misura

Viviamo più a lungo,
ma con minore esattezza
e con frasi più brevi”.
(W. Szymborska)

Bisogna porre rimedio a questa poca cosa della nostra vita imprecisa.
Ci insegnano a essere sobri di azioni e parole, quasi fosse una novità.
Già la maestra Adriana diceva di togliere aggettivi nei temi, “ché tanto si capisce lo stesso quello che volete dire”.
Ricordo il nostro gioco inventato per sfuggire alle regole ferree che aveva imposto: sostituire l’aggettivo di turno riferito a qualunque cosa con il nome di un compagno o un parente.
Nacquero così le giornate cesarine e i temporali luigi; c’era la stagione marta e quella maria, la festa andrea e il malumore giancarlo; le idee isabelle e il sorriso martino.
E quando l’ho conosciuto, la maestra Adriana era già morta da un pezzo, lui è diventato subito il tempo alberto, leggero e segreto come i bulbi da piantare e il mare da ascoltare in primavera.
In esattezza, la scuola insegna, ma la vita un po’ di più.

Nessun commento: