“Mi tieni il bambino?” disse Maria a Giuseppe, porgendogli un fagotto di stracci più pesante di quanto potesse lasciare immaginare la sola stoffa. E Giuseppe lo prese per la prima volta e lo tenne con imbarazzo (“non so se lo so fare”), poi più sicuro e stupito del piacere che stava provando”.
I bambini sono un treno,
in viaggio dove non si sa.
I bambini sono un treno,
alla meta con noi o anche no.
I bambini sono un treno,
qualche volti li prendi e altre li perdi.
I bambini sono un treno,
un sogno da lontano, i brividi vicino.
I bambini sono un treno,
pensando all’inventore.
I bambini sono un treno,
l’altrove senza noia.
I bambini sono un treno,
domani o un minuto è troppo tardi.
I bambini sono un treno,
potrei volere scendere.
I bambini sono un treno,
si parla e si sta zitti.
I bambini sono un treno,
partono e ripartono.
I bambini sono un treno,
non tornano mai.
Comunque sia, nelle stazioni ci si ama molto.
1 commento:
Mi piace molto. Grazie
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