Dovremmo frequentare dei corsi (e non basterebbe), per capire il lato bi.
Della domenica, il lunedì.
Di capodanno, l’ultimo giorno dell’ultimo mese.
Di un bacio, l’alito.
Di un bambino, l’adolescenza.
Di una promessa, l’ansia.
Di una partenza, il ritorno.
Di una dormita, i capelli schiacciati sulla nuca.
Di un libro letto, il dorso piegato.
Di una pizza, il bordo di pane scartato.
Dello sport, il sudore.
Di un saluto, il commiato.
Di un mazzo di fiori, un prato o una serra vuoti.
Della discrezione, l’indifferenza.
Di una parola, il silenzio.
Della vita, i cecchini.
Qualcuno lo potrebbe chiamare anche verità, ma il suo soprannome è lato bi.
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