venerdì 20 febbraio 2009

Direfarebaciareletteratestamento

C’è una soglia segreta di pazienza passata la quale ci si oppone di colpo alla disciplina quotidiana.
[Erri De Luca, In alto a sinistra, Feltrinelli 1994]

Dal finestrino abbassato di una piccola utilitaria incolonnata, come centinaia di altre, alle otto del mattino su una strada di città, escono come proiettili resti di mandarino.
Una mitragliata di bucce e semi che, a ripetizione e a intervalli regolari, planano sull’asfalto, segnando il passaggio di una macchina-pollicino bisognosa di una scia da seguire per un sicuro ritorno serale.
Però il pensiero della favola è tramontato quando una manciata di scorze arancioni ha colpito un motociclista che sopraggiungeva e superava la vettura. Imprecazioni e insulti reciproci. D’altro canto non sono questi i tempi della poesia e delle favole, quanto piuttosto di case e di popoli delle libertà.
Perché non dunque di strade delle libertà?
Forse ho capito. Mentre qualcuno continuava a ripetere si può fare, qualcun altro faceva e diceva fate, fate pure ciò che volete, dove vi pare e quando vi pare.
Dal che si deduce che nel paese delle libertà ci sono piccole verità: mors tua vita mea, nel paese dei ciechi anche un guercio è re, meglio una gallina oggi di un piatto di pasta all’uovo domani.

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