martedì 20 novembre 2007

sterile operaia

Il dolore
È plastica nell’oceano.
È un muro portante.
Il dolore è la terra che
La stagione copre e scopre
Ma sempre rimane
Cemento o castagna
Dipende dall’occhio
Avido o generoso che la guarda.
Il dolore figlia solo padroni.
Sterile operaia la felicità
Che non arriva a fine vita.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ciao Stefi!
Oggi mi sono presa un po’ di tempo per pensare… Sai che sto studiando diritto… e proprio da lì è partita la riflessione. Titolo IV della Costituzione: “La magistratura”….. “giudici terzi e indipendenti”
“Terzi…” mi ha riportato ad una discussione fatta in classe dopo aver letto “nati due volte”
Anche noi siamo dei Terzi. Sì, siamo proprio dei Terzi.
Siamo Altri.
Da una parte sembra voler dire che la vita non è nostra, non ce la diamo da soli: ci viene data. Dall’altra, essere Terzi ci porta ad essere quelli che siamo, diversi da tutti gli altri e a cercare un nostro “Posto nel mondo” (v. Fabio Volo).
Clerici ci diceva che persino Dio è Terzo.

Siamo persone. Soltanto poi siamo ruoli. E’ un' acquisizione che arriva giorno dopo giorno e mi fa apensare che anche i miei genitori non sono supereroi, possono farsi male e fare del male.
Per i figli capire di essere Altri dai genitori porta a “diventare grandi”(ed è un processo piuttosto naturale) ma forse anche per un genitore vedere il figlio come Altro e non più solo figlio è importante.
Penso a mia mamma e a Francesco: se lei si fosse rassegnata a vedere solo un figlio in Francesco, sarebbe morta, morta dentro. Non l’ha fatto. Forse anche perché ha visto il suo ruolo di madre venire rifiutato e ha necessariamente dovuto iniziare a guardare gi Altri proprio come Terzi (anche un figlio che viene da lei) E’ come se avesse dovuto farlo nascere due volte…Prima Il Francesco figlio e poi il Francesco persona.
La Terzietà, vissuta,è stata salvezza.

Io penso, (magari contrariamente a quanto possa sembrare e a tante parole spese proprio dagli Altri -che forse dovrebbero stare un po’ più al loro posto e cercare il loro posto nel mondo, non quello di mia mamma- ) che mia mamma non abbia perso proprio niente.