"fabbricare, fabbricare, fabbricare / preferisco il rumore del mare / che dice fabbricare fare e disfare / fare e disfare è tutto un lavorare / ecco quello che so fare. scrivete. addio" (D. Campana, Cartolina postale del 13 ottobre 1916, in S. Aleramo, D. Campana, Un viaggio chiamato amore. Lettere 1916-1918, Feltrinelli, Milano 2000, p. 72)
domenica 28 ottobre 2012
Prima e poi
venerdì 5 ottobre 2012
La quinta stagione
domenica 23 settembre 2012
Per una memoria dei piaceri (della navigazione)
domenica 9 settembre 2012
Arcobaleno
lunedì 21 maggio 2012
E poi un giorno
martedì 15 maggio 2012
Tradurre, interpretare
lunedì 30 aprile 2012
Torte parallele
lunedì 23 aprile 2012
I bambini sono un treno
domenica 15 aprile 2012
La pazienza dell'acero
sabato 7 aprile 2012
Lato bi
Dovremmo frequentare dei corsi (e non basterebbe), per capire il lato bi.
Della domenica, il lunedì.
Di capodanno, l’ultimo giorno dell’ultimo mese.
Di un bacio, l’alito.
Di un bambino, l’adolescenza.
Di una promessa, l’ansia.
Di una partenza, il ritorno.
Di una dormita, i capelli schiacciati sulla nuca.
Di un libro letto, il dorso piegato.
Di una pizza, il bordo di pane scartato.
Dello sport, il sudore.
Di un saluto, il commiato.
Di un mazzo di fiori, un prato o una serra vuoti.
Della discrezione, l’indifferenza.
Di una parola, il silenzio.
Della vita, i cecchini.
Qualcuno lo potrebbe chiamare anche verità, ma il suo soprannome è lato bi.
lunedì 26 marzo 2012
La ragazza sull'altalena
lunedì 19 marzo 2012
Didascalie
Se ne farebbe volentieri a meno.
Il cantante all’aeroporto con il figlio adottivo (dell’aggettivo).
Il ministro esce dal palazzo con la moglie (della rassicurazione).
I compagni di viaggio sono una coppia senza figli (della corretta informazione).
La centrale nucleare domina il paesaggio agricolo (di quel verbo da prima guerra punica).
In questo momento Dio ti ama (che ce lo dica una voce fuori mischia).
Sì, se ne farebbe a meno.
lunedì 12 marzo 2012
Oci ciornie
lunedì 5 marzo 2012
Unità di misura
domenica 26 febbraio 2012
Dire o non dire
Non sapere cosa dire salverà pure se stessi dall’abisso ma, qualche volta, sogna di spingere l’altro nell’abisso. Così, per risolvere un problema.
martedì 21 febbraio 2012
Su e giù
Non è che noi facciamo cose diverse “ immediatamente dopo”. In genere noi facciamo tutto“mentre”, e così ci alleniamo moltissimo: la nostra vita è una specie di condominio senza ascensore, di casa con tante finestre, di album di figurine (non importa se doppie, ci piacciono anche di più).
Rispondiamo al capo mentre speriamo che il figlio piccolo abbia meno febbre; facciamo la spesa mentre ripassiamo la relazione per la riunione della mattina successiva; prepariamo la cena mentre ascoltiamo le infelicità sentimentali della figlia grande.
E, garantisco, si può parlare di letteratura, di filosofia e anche di scienza mentre si sorride, non in superficie, ma proprio dentro, in fondo al cuore e alla pancia, un po’ contente di essere le uniche in grado di partorire il “mentre”.
domenica 12 febbraio 2012
Per piacere
Capita spesso di sentire persone che, nel fare il loro lavoro o, meglio, nell’enunciare il lavoro che stanno per fare (e già su questo ci sarebbe più di qualcosa da dire), dicono all’interlocutore che “per correttezza” lo informano.
Il più delle volte di “corretto” in tutta questa informazione (e nella relativa azione) non c’è nulla, salvo l’interesse privato e il calcolo personale ipocritamente nascosto nella formula di cortesia non richiesta.
Come non dubitare istintivamente di chi si dice corretto?
Primo, perché se lo dice da solo, quasi fosse, nel contempo, maestro e studente, promotore e promosso.
E poi perché nei momenti che contano davvero nella vita nessuno si sognerebbe di fare alcunché per correttezza, semmai per misericordia, per passione o compassione, magari per necessità, qualche volta per amore (incredibile, vero?), ma per correttezza no, davvero no.
Evitiamo di evocarla, la correttezza, che quando compare attecchisce nel prato della vita come un’erba infestante e lentamente soffoca i fiori, del piacere o del dovere che siano.
domenica 5 febbraio 2012
Sceneggiature
Non ho trovato la scala di misurazione della stupidità, ma l’unità di misura è sicuramente il P.L.U. (parola in libera uscita).
domenica 29 gennaio 2012
Altrove
Il ragazzino seduto accanto si distrae con il suo iPhone in un luogo e in un momento che non ammetterebbero distrazioni. Un corpicino lungo dieci anni e un oggetto lieve come il mondo legati indissolubilmente contro l’assedio della noia da obbligo.
L’istinto alla censura è sopraffatto dalla tenerezza e dalla pena che sia necessaria un’appendice di sé per dare aria ai pensieri, che la propria immaginazione non sia sufficiente per immaginare la libertà.
domenica 22 gennaio 2012
A margine
Lo sgomento dei militanti di partito, le bandiere ammainate sulle spalle, davanti al numero inverosimile di stranieri sullo stesso marciapiede, in un’attesa comune.
Le chiacchiere inessenziali alla vita (e alla loro giovinezza) di due donne perbene.
Una signora sopravvissuta al passato, quando indossare gli stivali era volgare.
Due ragazzi poco educati, non importa se innamorati.
La differenza dolorosa (nei giubbotti e nelle unghie) tra la gente del centro e quella di periferia.
L’uguaglianza concreta tra i poveri (italiani e stranieri).
Il piede nudo e storpio (per quale male?) del suonatore di fisarmonica in cerca di denaro.
Le borse trattenute con le mani dalle donne e le mani dietro la schiena degli uomini.
Il rapporto numerico tra capelli tinti e naturali.
Le storie che i trentadue passeggeri seduti e i ventisette in piedi nascondono sotto i vestiti.
...che poi le giornate si ricordano per come sono rifinite negli orli.
lunedì 16 gennaio 2012
Gemelli eterozigoti
Con il nuovo anno gennaio è arrivato puntuale, freddo e lungo come di consueto, ma non troppo dissimile, a pensarci bene, dal suo gemello dicembre, lungo uguale, freddo sempre e altrettanto puntuale.
L’unica differenza un soffio chiamato anno.
domenica 8 gennaio 2012
Cortesie per gli ospiti
Si frequentano, per lavoro, piacere e caso, molte persone, anch’esse maschili e femminili, ma se volessi sapere il loro grado di vicinanza mi verrebbe risposto che si dividono in “parenti”, “amici”, “il prossimo”. Dal che si deduce che i parenti sono i meno prossimi.
domenica 1 gennaio 2012
Dies natalis
Che lo tenessimo un po’ in braccio, prima di lasciarlo scivolare nei giorni successivi.
Che rispettassimo le sue poche ore prima di caricarlo delle nostre speranze, troppo pesanti per un tempo così giovane.
Che ricordassimo che l’oggi natale sarà presente anche nei giorni di marzo o di maggio, quando tira il vento dei pensieri o il sole comincia a bruciarli.
Che la festa per l’oggi bambino non si consumasse stancamente fino a che noi invitati dimentichiamo il motivo della festa.
Che non ignorassimo mai che dal giorno natale festeggiato seguono anche i giorni che ci tolgono il respiro, perché i giorni non sono tutti uguali, come i baci e i dolori.
Che il sorriso natale di oggi diventasse naturale domani.